Molto probabilmente molti miei lettori, avranno notato che in questi giorni l’enciclopedia libera, Wikipedia, ha oscurato le proprie pagine, in forma di protesa contro il comma 29 del DDL intercettazioni. Per farla breve, Wikipedia, in quanto forma di enciclopedia libera, nel senso che gli utenti stessi scrivono le informazioni delle varie voci, si sente limitata nella propria libertà e indipendenza, in quanto obbligata a rettificare le proprie voci, se un singolo si sente offeso per le stesse. In particolare la richiesta del comma agli strumenti informatici (siti internet, blog etc.), è di rettificare il contenuto di una voce, nel caso sia ritenuta lesiva dal soggetto che si sente offeso. Ora, il problema secondo Wikipedia è questo: L’enciclopedia libera fonda le sue basi sulla neutralità dei contenuti, e quindi non è giusto che un singolo si permetta di richiedere la rettifica di una voce su di esso, senza criteri di giudizio. Quindi, ad esempio, nei confronti di qualsiasi cosa che sia stata scritta su di me su WIkipedia, io ho il diritto di richiedere che sia in qualche modo modificata, senza che un giudice imparziale emetta una valutazione. Ora, lasciando perdere che non sono così interessante da poter finire su di una pagina di Wikipedia, la questione è delicata. Da una parte c’è la mia libertà personale, di non essere diffamato su nessun tipo di strumento di comunicazione, ma questo è già tutelato dall’articolo 595 del codice penale: […] Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione […]. Dall’altro lato c’è la libertà dei mezzi di comunicazione di riportare i fatti, o di esprimere le proprie opinioni sui singoli soggetti, e per tutelare questo esiste l’articolo 21 della costituzione: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure […]. Allora il comma 29 del DDL intercettazioni è giusto o no? Probabilmente la questione è più delicata di quanto potrebbe sembrare. Ma se volete una mia opinione le cose stanno così: io credo che non sia giusto che si possa parlare di me o di chiunque altro in maniera superficiale, senza esplorare a fondo i fatti. Quindi non è giusto che,come accade in molti blog, si riportino fatti che non sono assolutamente reali. O che una supposizione si faccia diventare verità. Ma credo ancora più fortemente nella libertà di stampa e di opinione. Tendenzialmente i mezzi di comunicazione presentano tutti i volti delle opinioni. Nel senso che esistono giornali di destra, giornali di sinistra, siti a favore di determinati personaggi, siti contrari, etc, etc. La varietà della comunicazione garantisce che le varie opinioni siano messe in circolo, in modo da presentare all’opinione pubblica tutto il palcoscenico di notizie. Siano esse più o meno distorte. In questo modo, difficilmente, anche se a volte accade, un singolo soggetto viene messo sotto torchio da tutti i lati. Con questa premessa ritengo che la libertà di pubblicare e di mantenere una voce su di un singolo debba continuare a vigere. D’altro canto credo che non proprio tutto possa essere giustificato. Ecco che in caso ci siano delle prove che smentiscono palesemente una voce, soprattutto se queste voci hanno una natura diffamatoria, devono essere portate in tribunale, e li devono essere giudicate da chi di dovere. Quindi la soluzione per me sarebbe questa: i mezzi di comunicazione devono continuare a pubblicare tutto quello che ritengono necessario, la libertà sul web deve essere garantita, però per quanto riguarda i casi di voci palesemente diffamatorie o ingiustificate, un giusto processo è lecito. Ora la domanda che sorge è questa: La soluzione da me proposta ha carattere puramente utopico? Se si considera il numero spropositato di siti e di persone citate su di essi, probabilmente si, ma un’ulteriore considerazione deve essere espressa: io ho usato i termini “palesemente diffamatorie o ingiustificate” proprio per dare un carattere forte alle questioni che possono essere sottoposte a processo. Quindi, certamente, non tutti i soggetti citati magari per questioni futili, avranno il diritto di rettifica sulle voci che li riguardano, e comunque se si considera utopica la mia idea, anche la richiesta di rettifica per qualsiasi sito o blog da parte di tutti i soggetti lesi, mi suona di difficilmente applicabile. Così che molto probabilmente si arriverebbe ad una condizione in cui tutti i detentori di un sito o un blog, si troveranno in condizioni da non esprimere più opinioni o fatti in quanto soggetti alla paura di essere citati. Mentre nel caso in cui, come ho già detto, i casi di maggiore rilevanza, vengano portati a giudizio, i titolari di siti e blog ci penseranno due volte prima di raccontare calunnie e falsità.
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