sabato 24 dicembre 2011

CCC: Cosmologia Ciclica Conforme

Di tutti i modelli che si propongono di descrivere l'origine e la struttura dell'universo, la cosmologia ciclica conforme, è il modello che più aggrada le mie aspettative. Lo so, la scienza non ammette l'utilizzo della soggettività nell'analisi delle teorie, ma io non sono uno scienziato e mi posso permettere di farlo. Questo modello, proposto in via divulgativa nell'ultimo libro di Roger Penrose, l'ideatore della CCC, propone di evitare la singolarità iniziale del Big Bang, e dona una ciclicità ai tempi. L'idea che sta alla base del modello di Penrose, è che sia lo stato iniziale che quello finale dell'universo, dovrebbero in qualche modo perdere traccia del tempo e della massa. Per quanto riguarda il Big Bang, il fisico asserisce che le particelle dovessero essere talmente agitate (ciò era dovuto alle elevatissime temperature) che stando alla teoria della relatività di Einstein, dovrebbero essere state prive di massa. Mentre per quanto riguarda la fine del nostro universo, la perdita di massa, appare un problema enorme, in quanto le galassie, le stelle e i pianeti, sono delle belle masse da far scomparire. Secondo il fisico, però, le masse più grandi del nostro universo dovrebbero essere i buchi neri, i quali, stando all'ipotesi della radiazione di Hawking, dovrebbero evaporare in qualcosa come 10 alla 100 anni. Per quanto riguarda tutte le altre masse, Penrose propone che le particelle che compongono l'universo, dovrebbero decadere in particelle prive di massa. Ora, forse questa è l'unica vera pecca del modello cosmologico, in quanto verrebbe violata una legge fisica: la legge della conservazione della massa. Ma i tempi di decadimento di cui parla Penrose sono talmente lunghi da non poter essere verificati sperimentalmente. Per quanto riguarda il tempo, invece, il fisico asserisce che le particelle di cui doveva essere permeato il Big Bang, come quelle che dovrebbero esistere nelle fasi finali dell'universo, dovrebbero avere velocità prossime a quelle della luce. I fotoni, dunque, che sono le particelle da cui è composta la luce, non hanno massa, in virtù della teoria della relatività. Inoltre sempre grazie alla teoria di Einstein, si sa che le particelle che viaggiano alla velocità della luce non hanno tempo; o meglio, vivono l'eternità. Un corpo, infatti, secondo la teoria della relatività, risente delle scorrere del tempo, in rapporto con la sua velocità. Quindi, se un corpo va più veloce di uno fermo, il tempo che ci mette la lancetta di un orologio a segnare un secondo, di quel corpo, sarà maggiore di quello fermo. Cosicché alla velocità della luce (tetto massimo di velocità raggiungibile) il tempo che passa per i corpi in moto è infinito. Da tutto questo se ne evince che in uno spazio in cui le particelle viaggiano tutte alla velocità della luce, si perda traccia del tempo. Penrose, a questo punto, ammette che sia possibile creare delle geometrie ad hoc per unire la fine dell'universo con l'inizio di uno nuovo, e quindi con il suo Big Bang. Quindi dalla fine di un vecchio universo, ne nascerebbe uno nuovo, e questo durerebbe per l'eternità. Infine la prova della CCC, secondo Penrose, si troverebbe nella mappa della radiazione di fondo a microonde: l'eco del Big Bang. In quella mappa, Penrose, ha individuato dei cerchi concentrici, che dovrebbero essersi formati, in seguito allo scontro tra buchi neri supermassicci, nel precedente universo. Secondo altri astrofisici, i cerchi deriverebbero dallo scontro di bolle di altri universi. La questione rimane aperta.

1 commento:

  1. Ottima spiegazione dell'idea di Penrose!!!
    Io, da fisico teorico credente, sono propenso alla spiegazione di Roger Penrose, che stimo ed apprezzo tantissimo.

    Michele Nardelli

    http://nardelli.xoom.it/virgiliowizard/

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