venerdì 15 aprile 2011

Arrigoni, Quattrocchi: storie diverse, ma lo stesso valore.

"Questa barbarie terroristica suscita repulsione nelle coscienze civili" ha scritto il capo dello Stato Giorgio Napolitano in una lettera inviata alla mamma di Vittorio Arrigoni, pacifista italiano ucciso nella striscia di Gaza. Preso in ostaggio giovedì è stato ucciso prima della scadenza dell'ultimatum dei rapitori che avevano fissato la data per le 16 di venerdì. Questo ennesimo atto di terrorismo mi riporta alla mente Fabrizio Quattrocchi medaglia d'oro al valor civile alla memoria, ucciso in Iraq il 14 aprile 2004. Le due storie non hanno similitudini geografiche, politiche né ideologiche, se non quella di essere stati entrambi vittime del terrorismo Quattrocchi era un componente di una compagnia militare privata, ma della sua attività svolta in Iraq si conosce ben poco, proprio perché faceva parte di un organismo privato. Fu rapito il 13 aprile 2004 inseme ad altri quattro colleghi da miliziani di un gruppo che non è mai stato identificato. La cosa straordinaria di questa storia è il coraggio dimostrato da quattrocchi, infatti prima di morire a cercato di alzarsi in piedi e le sue ultime parole sono state: "Adesso vi faccio vedere io come muore un italiano". Dopodiché gli hanno sparato da dietro la schiena e due colpi sono stati fatali. Non so in quanti in un momento del genere avrebbero pensato all'onore e in quanti avrebbero trovato la forza per compiere un simile gesto. Fatto sta che Quattrocchi c'è riuscito, dimostrando al mondo intero che l'Italia non è un mezzo paese, ma è uno Stato formato da un popolo il cui valore supera di molto lo stereotipo a cui spesso siamo associati.
Andrea

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