lunedì 18 aprile 2011

Universo autonomo?

La cosmologia moderna riesce a spiegare, più o meno bene, l'evoluzione dell'universo a partire da 10 -43 secondi dopo il Big Bang. Prima di quell'istantante lo spazio e il tempo non erano governati dalla fisica classica, ma erano degli infiniti. Non ha senso, infatti, cercare di definire il comportamento del tempo, in quei momenti, poiché esso non era dotato di un significato. Ma com'è possibile tutto ciò? Se formuliamo l'idea di un inizio, significa che la nostra considerazione parte da un punto zero, e diamo per scontato che ogni cosa inizi da quel punto in poi; dunque il tempo stesso, secondo la nostra considerazione, dovrebbe avere inizio proprio da quel punto. La scienza moderna,però, non è in grado di dare una spiegazione razionale a questo fatto, lasciando ampio raggio di inventiva alle religioni. L'astrofisico Stephen Hawking, al contrario, ha immaginato una possibile ridefinizione fisica di quei primi istanti. Per dimostrare la sua tesi ha introdotto il concetto matematico del tempo immaginario. Considerando il tempo reale come una retta con origine in zero, il tempo immaginario è la perpendicolare dalla retta con origine in zero. Dunque questo tempo immaginario si riferisce ad un numero immaginario, ovvero la radice quadrata di un numero negativo (non esiste nessun numero che elevato al quadrato da un numero negativo). Tutto questo per poter portare avanti soluzioni matematiche astratte. A questo punto Hawking ha potuto portare avanti la sua tesi di universo senza bordo, ovvero senza una geometria spazio-temporale, e che non prevede un inizio. Pensate alla terra come all'evoluzione dell'universo, e al polo nord mettete l'inizio -quello che nell'altra teoria era il Big Bang- e immaginate di camminare verso i poli (quindi indietro nel tempo). Dunque, attraverso questo stratagemma, nel momento in cui arriverete alpolo nord non incontrerete l'inizio", ma potrete continuare a camminare tranquillamente. Secondo questa teoria, dunque, il tempo non avrebbe un inizio, ma avrebbe una geometria piegata su se stessa. L'universo, di conseguenza, potrebbe essere autonomo. Il fatto, però, è che per dimostrare tutto questo dovremmo considerare il tempo immaginario, che ricordo essere soltanto un trucco matematico. Solo dimostrando che la realtà non è altro che una proiezione di quello che realmente è l'universo, si può dimostrare la teoria dell'autonomia dell'universo.
Grazie
Andrea

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