sabato 24 dicembre 2011

CCC: Cosmologia Ciclica Conforme

Di tutti i modelli che si propongono di descrivere l'origine e la struttura dell'universo, la cosmologia ciclica conforme, è il modello che più aggrada le mie aspettative. Lo so, la scienza non ammette l'utilizzo della soggettività nell'analisi delle teorie, ma io non sono uno scienziato e mi posso permettere di farlo. Questo modello, proposto in via divulgativa nell'ultimo libro di Roger Penrose, l'ideatore della CCC, propone di evitare la singolarità iniziale del Big Bang, e dona una ciclicità ai tempi. L'idea che sta alla base del modello di Penrose, è che sia lo stato iniziale che quello finale dell'universo, dovrebbero in qualche modo perdere traccia del tempo e della massa. Per quanto riguarda il Big Bang, il fisico asserisce che le particelle dovessero essere talmente agitate (ciò era dovuto alle elevatissime temperature) che stando alla teoria della relatività di Einstein, dovrebbero essere state prive di massa. Mentre per quanto riguarda la fine del nostro universo, la perdita di massa, appare un problema enorme, in quanto le galassie, le stelle e i pianeti, sono delle belle masse da far scomparire. Secondo il fisico, però, le masse più grandi del nostro universo dovrebbero essere i buchi neri, i quali, stando all'ipotesi della radiazione di Hawking, dovrebbero evaporare in qualcosa come 10 alla 100 anni. Per quanto riguarda tutte le altre masse, Penrose propone che le particelle che compongono l'universo, dovrebbero decadere in particelle prive di massa. Ora, forse questa è l'unica vera pecca del modello cosmologico, in quanto verrebbe violata una legge fisica: la legge della conservazione della massa. Ma i tempi di decadimento di cui parla Penrose sono talmente lunghi da non poter essere verificati sperimentalmente. Per quanto riguarda il tempo, invece, il fisico asserisce che le particelle di cui doveva essere permeato il Big Bang, come quelle che dovrebbero esistere nelle fasi finali dell'universo, dovrebbero avere velocità prossime a quelle della luce. I fotoni, dunque, che sono le particelle da cui è composta la luce, non hanno massa, in virtù della teoria della relatività. Inoltre sempre grazie alla teoria di Einstein, si sa che le particelle che viaggiano alla velocità della luce non hanno tempo; o meglio, vivono l'eternità. Un corpo, infatti, secondo la teoria della relatività, risente delle scorrere del tempo, in rapporto con la sua velocità. Quindi, se un corpo va più veloce di uno fermo, il tempo che ci mette la lancetta di un orologio a segnare un secondo, di quel corpo, sarà maggiore di quello fermo. Cosicché alla velocità della luce (tetto massimo di velocità raggiungibile) il tempo che passa per i corpi in moto è infinito. Da tutto questo se ne evince che in uno spazio in cui le particelle viaggiano tutte alla velocità della luce, si perda traccia del tempo. Penrose, a questo punto, ammette che sia possibile creare delle geometrie ad hoc per unire la fine dell'universo con l'inizio di uno nuovo, e quindi con il suo Big Bang. Quindi dalla fine di un vecchio universo, ne nascerebbe uno nuovo, e questo durerebbe per l'eternità. Infine la prova della CCC, secondo Penrose, si troverebbe nella mappa della radiazione di fondo a microonde: l'eco del Big Bang. In quella mappa, Penrose, ha individuato dei cerchi concentrici, che dovrebbero essersi formati, in seguito allo scontro tra buchi neri supermassicci, nel precedente universo. Secondo altri astrofisici, i cerchi deriverebbero dallo scontro di bolle di altri universi. La questione rimane aperta.

mercoledì 5 ottobre 2011

Comma 29, "DDL intercettazioni": dove sta la verità?

Molto probabilmente molti miei lettori, avranno notato che in questi giorni l’enciclopedia libera, Wikipedia, ha oscurato le proprie pagine, in forma di protesa contro il comma 29 del DDL intercettazioni. Per farla breve, Wikipedia, in quanto forma di enciclopedia libera, nel senso che gli utenti stessi scrivono le informazioni delle varie voci, si sente limitata nella propria libertà e indipendenza, in quanto obbligata a rettificare le proprie voci, se un singolo si sente offeso per le stesse. In particolare la richiesta del comma agli strumenti informatici (siti internet, blog etc.), è di rettificare il contenuto di una voce, nel caso sia ritenuta lesiva dal soggetto che si sente offeso.  Ora, il problema secondo Wikipedia è questo: L’enciclopedia libera fonda le sue basi sulla neutralità dei contenuti, e quindi non è giusto che un singolo si permetta di richiedere la rettifica di una voce su di esso, senza criteri di giudizio. Quindi, ad esempio, nei confronti di qualsiasi cosa che sia stata scritta su di me su WIkipedia, io ho il diritto di richiedere che sia in qualche modo modificata, senza che un giudice imparziale emetta una valutazione. Ora, lasciando perdere che non sono così interessante da poter finire su di una pagina di Wikipedia, la questione è delicata. Da una parte c’è la mia libertà personale, di non essere diffamato su nessun tipo di strumento di comunicazione, ma questo è già tutelato dall’articolo 595 del codice penale: […] Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione […]. Dall’altro lato c’è la libertà dei mezzi di comunicazione di riportare i fatti, o di esprimere le proprie opinioni sui singoli soggetti, e per tutelare questo esiste l’articolo 21 della costituzione: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure […]. Allora il comma 29 del DDL intercettazioni è giusto o no? Probabilmente la questione è più delicata di quanto potrebbe sembrare. Ma se volete una mia opinione le cose stanno così: io credo che non sia giusto che si possa parlare di me o di chiunque altro in maniera superficiale, senza esplorare a fondo i fatti. Quindi non è giusto che,come accade in molti blog, si riportino fatti che non sono assolutamente reali. O che una supposizione si faccia diventare verità. Ma credo ancora più fortemente nella libertà di stampa e di opinione. Tendenzialmente i mezzi di comunicazione presentano tutti i volti delle opinioni. Nel senso che esistono giornali di destra, giornali di sinistra, siti a favore di determinati personaggi, siti contrari, etc, etc. La varietà della comunicazione garantisce che le varie opinioni siano messe in circolo, in modo da presentare all’opinione pubblica tutto il palcoscenico di notizie. Siano esse più o meno distorte. In questo modo, difficilmente, anche se a volte accade, un singolo soggetto viene messo sotto torchio da tutti i lati. Con questa premessa ritengo che la libertà di pubblicare e di mantenere una voce su di un singolo debba continuare a vigere. D’altro canto credo che non proprio tutto possa essere giustificato. Ecco che in caso ci siano delle prove che smentiscono palesemente una voce, soprattutto se queste voci hanno una natura diffamatoria, devono essere portate in tribunale, e li devono essere giudicate da chi di dovere. Quindi la soluzione per me sarebbe questa: i mezzi di comunicazione devono continuare a pubblicare tutto quello che ritengono necessario, la libertà sul web deve essere garantita, però per quanto riguarda i casi di voci palesemente diffamatorie o ingiustificate, un giusto processo è lecito. Ora la domanda che sorge è questa: La soluzione da me proposta ha carattere puramente utopico? Se si considera il numero spropositato di siti e di persone citate su di essi, probabilmente si, ma un’ulteriore considerazione deve essere espressa: io ho usato i termini “palesemente diffamatorie o ingiustificate” proprio per dare un carattere forte alle questioni che possono essere sottoposte a processo. Quindi, certamente, non tutti i soggetti citati magari per questioni futili, avranno il diritto di rettifica sulle voci che li riguardano, e comunque se si considera utopica la mia idea, anche la richiesta di rettifica per qualsiasi sito o blog da parte di tutti i soggetti lesi, mi suona di difficilmente applicabile. Così che molto probabilmente si arriverebbe ad una condizione in cui tutti i detentori di un sito o un blog, si troveranno in condizioni da non esprimere più opinioni o fatti in quanto soggetti alla paura di essere citati. Mentre nel caso in cui, come ho già detto, i casi di maggiore rilevanza,  vengano portati a giudizio, i titolari di siti e blog ci penseranno due volte prima di raccontare calunnie e falsità.   

martedì 13 settembre 2011

11 settembre 2001: la follia degli attentatori

Molto spesso accade che l'uomo cerchi di improvvisarsi Dio. Può sembrare banale dirlo, ma credo che tutto ciò siamo, perde improvvisamente di valore nel momento in cui le nostre azioni diventano spregevoli. Non credo sia quantificabile l'odio che può essere provato da quegli uomini che l'11 settembre 2001 hanno dirottato i quattro aerei per attaccare l'America. In nome di Dio si sono suicidati portandosi con loro migliaia di persone. Ma la cosa che fa ancora più rabbia è il fatto che nelle loro menti siano davvero stati sicuri di compiere un gesto che Dio avrebbe apprezzato. Ora io mi chiedo, con quale mentalità contorta si può arrivare a pensare che Dio, se esiste, vorrebbe che noi, suoi figli, ci uccidessimo a vicenda? Non credo che questa idea possa essere anche vagamente pensata da una persona sana. L'odio fondamentalista porta sempre a dirigere le menti verso la follia. La rabbia e il dispiacere, marciscono e diventano violenza gratuita; il cervello a quel punto, non merita più di avere l'appellativo di senziente. Credo inoltre che quegli uomini che hanno studiato, organizzato ed effettuato l'attentato alle Torri Gemelle, siano persone gravemente disturbate, ma non come può essere uno psicopatico, no, la loro rabbia nasce da un sentimento molto profondo: per anni devono essersi indottrinati a vicenda, fomentando un odio irrisarcibile e rendendo le loro menti schiave di un fondamentalismo, che la nostra libertà non può nemmeno concepire. Per fortuna esiste una parte di umanità il cui più grande valore rimane il diritto ad essere liberi ed ogni uomo che si rivede in questo valore dovrà lottare affinché la libertà regni per sempre sovrana.
In memoria delle vittime dell'11 settembre.

lunedì 20 giugno 2011

Facebook: pericolo identità

Salve a tutti,  l'argomento di cui voglio parlare oggi è di nuovo facebook, il sito più visitato al mondo. Perché secondo voi le persone mettono la propria identità visibile a tutti? In molti casi voglio credere che la decisione sia presa con coscienza, ma nella maggior parte dei casi credo che sia presa con ingenuità e ridotta riflessione. A questo punto la questione, secondo me, inizia a farsi seria. Inizialmente sembrava un giochetto che era destinato a finire presto, ma con 600 milioni di utenti la situazione è quanto meno delicata. Ora io non sono un genio del computer però voglio avvisare tutti coloro che usano questo mezzo senza conoscerne le basi, di alcune conseguenze di facebook. Per prima cosa voglio partire dalle foto. Siete consapevoli che le vostre foto da internet sono praticamente impossibili da eliminare? Dico impossibile perché ogni foto rimane nei loro server, ormai siete schedati. Inoltre è impossibile perché potrebbe essere stata scaricata da qualcuno e essere stata messa in qualche canale p2p. Cosa sono i canali p2p? Peer to peer è una rete informatica che non ha gerarchia. Per farla semplice tutti i file che entrano in un sistema peer to peer non escono più, poiché i server in cui vengono catalogati, sono i computer degli utenti che utilizzano il servizio. Quindi almeno che non andiate casa per casa a controllare tutti i computer, i file che entrano in peer to peer non escono più.  Avete la minima idea di quanto è immenso internet e quanto vaste siano queste reti? Probabilmente ci sono milioni di siti minori in cui girano foto di ragazze carine prese da facebook, modificate con photoshop e messe in condivisione. Quindi se avete messo la vostra foto su facebook, siate coscienti di aver regalato la vostra identità a chiunque abbia accesso a internet e considerate che solo in Italia sono 25 milioni di persone e nel mondo 1.7 miliardi. Io non sono un ingegnere informatico, né un esperto di computer, però sono riuscito a rubare delle password di facebook. Naturalmente ho fatto tutto questo solo per vedere la difficoltà di compiere un azione del genere e vi posso assicurare che chiunque abbia un minimo di basi informatiche ci può riuscire. Le password le ho rubate a amici che si trovavano con me durante il furto, quindi niente di illegale, ma non tutti sono come me.
Avete mai letto le condizioni d'uso di facebook? per fare un analisi di tutte le norme ci vorrebbe troppo tempo, però voglio farvi notare una piccola parte:
"Per quanto riguarda i contenuti coperti da diritti di proprietà, ad esempio foto e video [..], l'utente concede a Facebook le seguenti autorizzazioni [..]: l'utente fornisce a Facebook una licenza non esclusiva, trasferibile, [..] libera da royalty e valida in tutto il mondo, che consente l'utilizzo di qualsiasi Contenuto IP pubblicato su Facebook o in connessione con Facebook ("Licenza IP"). La Licenza IP termina nel momento in cui l'utente elimina i Contenuti  IP presenti sul suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati." 

martedì 19 aprile 2011

Giove: stella fallita

Il gigante gassoso, Giove, è il pianeta più grande del nostro sistema solare. Esso è composto da idrogeno ed elio, proprio come il sole. Il volume di Giove potrebbe contenere 1000 volte quello della terra e la sua massa è 318 volte superiore a quella terrestre. Fu visitato per la prima volta nel 1973 dalla sonda Voyager seguita da altre quattro sonde. Ultimamente un modulo della sonda Galileo è stato fatto scendere verso l'interno di Giove, fino a 200 km di profondità, inviando importanti dati sulla composizione e sulle condizioni climatiche. I dati confermano la composizione di idrogeno, e elio e documentano venti fino 600km/h. Inoltre si è scoperto che la classica macchia rossa che si vede spesso nelle immagini del pianeta è un uragano che è in attività da circa tre secoli. Il gigante gassoso è caratterizzato da fasce parallele di diversi colori che circondano la superficie. Queste bande sono spinte dai fortissimi venti e testimoniano i diversi composti chimici presenti alle varie latitudini. Via via che si scende all'interno del pianeta, la pressione arriva a livelli tali che gli atomi di idrogeno si spezzano in protoni ed elettroni, e il gas assume lo stato di metallo fluido.
La gravità di Giove influisce sulla terra come un taglio di barba influisce sul peso di un uomo, quindi dalle 100 alle 230 volte meno della luna e  da 17.000 alle 38.000 volte meno di quella del sole. Giove è chiamato la "stella fallita" perché se avesse avuto la possibilità di accrescere la propria massa di 70-80 volte, le pressioni al suo interno e le temperature elevatissime, avrebbero innescato le reazioni termonucleari tali da far accendere il pianeta come il sole, diventando la seconda stella del sistema solare. Per fortuna questo non è avvenuto, altrimenti, infatti, la vita sulla terra e la terra stessa non sarebbero mai esistite.
Andrea

lunedì 18 aprile 2011

Universo autonomo?

La cosmologia moderna riesce a spiegare, più o meno bene, l'evoluzione dell'universo a partire da 10 -43 secondi dopo il Big Bang. Prima di quell'istantante lo spazio e il tempo non erano governati dalla fisica classica, ma erano degli infiniti. Non ha senso, infatti, cercare di definire il comportamento del tempo, in quei momenti, poiché esso non era dotato di un significato. Ma com'è possibile tutto ciò? Se formuliamo l'idea di un inizio, significa che la nostra considerazione parte da un punto zero, e diamo per scontato che ogni cosa inizi da quel punto in poi; dunque il tempo stesso, secondo la nostra considerazione, dovrebbe avere inizio proprio da quel punto. La scienza moderna,però, non è in grado di dare una spiegazione razionale a questo fatto, lasciando ampio raggio di inventiva alle religioni. L'astrofisico Stephen Hawking, al contrario, ha immaginato una possibile ridefinizione fisica di quei primi istanti. Per dimostrare la sua tesi ha introdotto il concetto matematico del tempo immaginario. Considerando il tempo reale come una retta con origine in zero, il tempo immaginario è la perpendicolare dalla retta con origine in zero. Dunque questo tempo immaginario si riferisce ad un numero immaginario, ovvero la radice quadrata di un numero negativo (non esiste nessun numero che elevato al quadrato da un numero negativo). Tutto questo per poter portare avanti soluzioni matematiche astratte. A questo punto Hawking ha potuto portare avanti la sua tesi di universo senza bordo, ovvero senza una geometria spazio-temporale, e che non prevede un inizio. Pensate alla terra come all'evoluzione dell'universo, e al polo nord mettete l'inizio -quello che nell'altra teoria era il Big Bang- e immaginate di camminare verso i poli (quindi indietro nel tempo). Dunque, attraverso questo stratagemma, nel momento in cui arriverete alpolo nord non incontrerete l'inizio", ma potrete continuare a camminare tranquillamente. Secondo questa teoria, dunque, il tempo non avrebbe un inizio, ma avrebbe una geometria piegata su se stessa. L'universo, di conseguenza, potrebbe essere autonomo. Il fatto, però, è che per dimostrare tutto questo dovremmo considerare il tempo immaginario, che ricordo essere soltanto un trucco matematico. Solo dimostrando che la realtà non è altro che una proiezione di quello che realmente è l'universo, si può dimostrare la teoria dell'autonomia dell'universo.
Grazie
Andrea

venerdì 15 aprile 2011

Arrigoni, Quattrocchi: storie diverse, ma lo stesso valore.

"Questa barbarie terroristica suscita repulsione nelle coscienze civili" ha scritto il capo dello Stato Giorgio Napolitano in una lettera inviata alla mamma di Vittorio Arrigoni, pacifista italiano ucciso nella striscia di Gaza. Preso in ostaggio giovedì è stato ucciso prima della scadenza dell'ultimatum dei rapitori che avevano fissato la data per le 16 di venerdì. Questo ennesimo atto di terrorismo mi riporta alla mente Fabrizio Quattrocchi medaglia d'oro al valor civile alla memoria, ucciso in Iraq il 14 aprile 2004. Le due storie non hanno similitudini geografiche, politiche né ideologiche, se non quella di essere stati entrambi vittime del terrorismo Quattrocchi era un componente di una compagnia militare privata, ma della sua attività svolta in Iraq si conosce ben poco, proprio perché faceva parte di un organismo privato. Fu rapito il 13 aprile 2004 inseme ad altri quattro colleghi da miliziani di un gruppo che non è mai stato identificato. La cosa straordinaria di questa storia è il coraggio dimostrato da quattrocchi, infatti prima di morire a cercato di alzarsi in piedi e le sue ultime parole sono state: "Adesso vi faccio vedere io come muore un italiano". Dopodiché gli hanno sparato da dietro la schiena e due colpi sono stati fatali. Non so in quanti in un momento del genere avrebbero pensato all'onore e in quanti avrebbero trovato la forza per compiere un simile gesto. Fatto sta che Quattrocchi c'è riuscito, dimostrando al mondo intero che l'Italia non è un mezzo paese, ma è uno Stato formato da un popolo il cui valore supera di molto lo stereotipo a cui spesso siamo associati.
Andrea

mercoledì 13 aprile 2011

Qualunque cosa dal falso

Rimanendo in tema con il precedente articolo nel quale ho parlato della "Critica della ragion pura" di Kant devo fare delle considerazioni riguardo al mio libro. Tutti sappiamo che il pensiero si evolve e per ironia della sorte pochi giorni dopo aver stampato il mio libro sono incappato in alcune letture le quali smontavano alcuni punti cardine del mio pensiero, anche se lasciavano intatto il significato più profondo. Nel libro ho dimostrato in termini molto semplici che non è possibile dimostrare la non esistenza di Dio. Il che rimane comunque un punto fermo. Il problema sta nel fatto che nel libro parlo di scienza e di Dio senza distinguerli, anzi facendoli interagire. Kant nel 1781 con il suo libro smontò  l'idea che Dio e scienza siano compatibili. Egli era convinto che quando si parla di Dio, dell'anima, del mondo etc. si finisce per incorrere nelle antinomie della ragion pura e quindi di cadere in contraddizione. L'antinomia è un tipo di paradosso che indica l'esistenza di due affermazioni contraddittorie ma che possono essere entrambe giustificate. Allora seguiranno tre tipologie di pensiero: colui che non accetta la contraddizione e rimarrà razionale, colui che accetta la contraddizione e abbandona la ragion pura e colui che fa finta che non vi sia contraddizione e mette sul solito piano Dio e scienza. Quindi io con il mio libro farei parte dell'ultima tipologia. Sorge però un altro problema ovvero che quando si parla di vero o falso non si possono accettare contraddizioni, infatti secondo la legge "qualunque cosa dal falso" accettando anche una sola contraddizione si può dimostrare qualsiasi cosa. Kant in pratica voleva dire che quando si parla di logica e di razionalità si deve tener fuori Dio, mentre se si vuol parlare di Dio va benissimo, purché si sappia che il discorso non sarà scientifico, ma comunque bello, commuovente, spirituale e quant'altro. Con questo post non voglio far dubitare della propria fede, voglio semplicemente far capire quello che anch'io ho fatto fatica a comprendere, ovvero che quando si parla di fede dobbiamo essere consapevoli di farlo in modo poetico anche se nulla toglie che questo sia il linguaggio in cui si esprime Dio, per quanto ne sappiamo non esiste una equazione della felicità.

Si può dimostrare l'esistenza di Dio?

Sant'Anselmo d'Aosta nel 1077 formulò la dimostrazione ontologica dell'esistenza di Dio. Molto semplicemente egli partiva dal concetto che "Dio è l'essere perfetto" nel senso che ha tutte le perfezioni. Considerando che per le persone comuni l'esistenza stessa è una perfezione (tranne per i nichilisti) allora se Dio ha tutte le perfezioni avrà anche quella di esistere e dunque c'è. La sua dimostrazione non fece una piega fino a quando Kant nella sua "Critica della ragion pura" lo smentì. Kant sosteneva che oltre al fatto che l'esistenza non è una perfezione non è nemmeno una proprietà: Un oggetto, per poter dire che esiste deve essere definito secondo alcune proprietà , ma se l'esistenza stessa fosse una proprietà ci sarebbero due liste di oggetti, una di quelli esistenti e una di quelli non esistenti. Quindi non ci potremmo chiedere se un oggetto esiste almeno che non si sappia già che esiste. Quindi Kant dimostrò che l'esistenza di Dio non è dimostrabile. Io sono completamente d'accordo con Kant però voglio dimostrare che anche la non esistenza di Dio non è dimostrabile semplicemente applicando la logica al contrario: "negare è come ammettere l'esistenza del soggetto negato".. 
Grazie e alla prossima.
Andrea

lunedì 11 aprile 2011

Alcuni concetti e un’idea straordinaria

Ho inserito un file .jpeg del mio libro che è possibile visualizzare direttamente nel blog. Le immagini presentano un cerchio nero in basso a destra poiché il programma utilizzato per la conversione è una demo.

Libero arbitrio o destino?

Per secoli il dibattito tra deterministi e indeterministi è stato aperto. I primi sono convinti che nulla avviene a caso, ma tutto accade perché è necessario. In pratica il determinismo crede che vi sia una catena causa-effetto che si ripete dall'inizio dei tempi e si ripeterà fino alla fine. Quindi secondo la visione deterministica se esistesse un computer in grado di calcolare un insieme di dati paragonabile a al numero totale di particelle che esistono nell'intero universo e delle loro interazioni, si potrebbe conoscere tutto il futuro dell'umanità e dell'universo stesso.  In questo caso il comportamento delle persone sarebbe predeterminato dalla nascita. Ad esempio, un omicida da quando nasce non avrebbe possibilità di comportarsi altrimenti e la vittima sarebbe destinata a morire in quel determinato posto nel preciso momento. Quindi quando diciamo la classica frase "era destino" dobbiamo essere consapevoli di accettare la visione deterministica delle cose. La seconda corrente di pensiero è quella indeterministica, la quale crede che gli eventi non avvengono per necessità, ma sono frutto del caso. Ovvero un evento precedente non determina necessariamente un evento futuro. Nel mondo subatomico il determinismo è ormai completamente contraddetto dal principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale dice che non si possono conoscere contemporaneamente velocità e posizione di una particella. Quindi se non è possibile determinare lo stato di un così piccolo contesto, quando si parla di universo la questione diventa ancora più indeterminata. Il problema a questo punto sembra essersi risolto, ma qui entra in gioco un altro fattore: quello psicologico. Benjamin Libet, negli anni sessanta, fece un esperimento monitorando diverse aree del cervello. Lo scopo era quello di verificare il tempo in cui si attivavano queste aree, in seguito a semplici richieste come quella di muovere un dito. La scoperta sconvolgente fu che le aree predisposte al movimento del dito si attivavano circa mezzo secondo prima che l'ordine cosciente venisse dato. Il mio parere a riguardo è semplice: probabilmente quello che avviene a livello gestuale è puramente istintivo, ma il fatto che subito dopo vi sia un impulso conscio conferma il fatto che l'ordine sia stato elaborato e che possa essere in seguito contrastato. Per esempio se ci arriva un pallone in faccia noi alziamo le mani, ma se dobbiamo scegliere tra pasta o pizza, prima che le nostre mani si gettino furiose su una delle due, la nostra coscienza prende la decisione.
Grazie e alla prossima.
Andrea

L'altra faccia di Facebook

Si è portati a pensare che Facebook sia semplicemente un social network composto da persone i cui scopi siano del tutto trasparenti e leciti. In realtà, per fortuna da un certo punto di vista, il mondo in cui viviamo e di conseguenza gli utenti di Facebook è composto da una grande varietà di aspetti e culture. La maggior parte di questi, mi piace pensare che sia composta da persone i cui ideali sono nobili, ma vi è anche una parte che per un semplice calcolo delle probabilità presenta caratteristiche meno eleganti. Il semplice fatto di mettere le nostre foto accessibili a tutti, secondo me è frutto di una esperienza di pensiero molto limitata; almeno che voi stessi non vogliate condividere la vostra vita privata con persone che delle vostre foto potrebbero fare usi non consoni al buon costume. In particolare credo che mettere le foto di bambini o di voi stessi in tenera età sia sconsigliabile, dato che non di soli "gentiluomini" è composto Facebook. L'art 96 della legge n.633 del 22 aprile 1941 dice  [..] - L’articolo 50 del D. lgs. n. 196/2003 (Testo Unico sul trattamento dei dati personali),
 richiamato l’articolo 13 del Dpr n. 448/1988, precisa che “il divieto di pubblicazione e divulgazione con qualsiasi mezzo di notizie o immagini idonee a consentire l'identificazione di un minore si osserva anche in caso di coinvolgimento a qualunque titolo del minore in procedimenti giudiziari in materie diverse da quella penale”.

 [..]La richiamata Carta di Treviso, approvata e sottoscritta, in collaborazione con Telefono Azzurro, dalla FNSI e dall'Ordine dei giornalisti, ribadisce che il rispetto per la persona del minore richiede il mantenimento dell'anonimato nei suoi confronti, il che implica la rinuncia a pubblicare elementi che anche indirettamente possano comunque portare alla sua identificazione fra i quali l'immagine fotografica del minore appare, senz'altro, un elemento fondamentale.

[..] Il Codice Privacy, tuttavia, prevede una sanzione penale rilevante (parliamo della reclusione da sei a diciotto mesi) per il caso di diffusione di dati trattati senza il consenso dell'interessato.
Fatevi i vostri conti..
Grazie e alla prossima..
Andrea